Per spreco alimentare si intende qualsiasi sostanza sana e commestibile che in ogni fase della catena alimentare, invece che essere destinata al consumo umano, viene sprecata, persa, degradata. In altre parole lo spreco alimentare si riferisce a tutti quei prodotti scartati dalla catena agroalimentare per ragioni economiche, estetiche o in prossimità di scadenza di consumo ma ancora perfettamente commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano e che, in assenza di uso alternativo, sono destinati ad essere eliminati e smaltiti producendo conseguenze negative dal punto di vista ambientale, dei costi economici e mancati guadagni per le imprese.
Da queste definizioni si capisce che lo spreco alimentare non solo dovrebbe essere evitato in quanto alimenti ancora buoni diventano rifiuto ma anche perchè l’alimento in quanto tale ha richiesto l’utilizzo di risorse per la sua produzione e richiede risorse ulteriori per il suo smaltimento.
Lo spreco alimentare, tuttavia, può assumere differenti declinazioni di significato a seconda delle cause che lo producono e della sua destinazione finale. Nello spreco alimentare rientrano:
-
le perdite che sono concettualmente legate alla produzione primaria e alla prima trasformazione industriale. Le perdite derivano da scarsi investimenti (infrastrutture, trasporto, stoccaggio), dal limitazioni territoriali, ambientali e gestionali (es. mancanza di acqua, gestione del suolo, organizzazione del lavoro).
-
le eccedenze ovvero i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto, sono, ad esempio, invenduti o non somministrati per carenza di domanda, ritirati dalla vendita in quanto non conformi ai requisiti aziendali di vendita, rimanenze di attività promozionali, prossimi al raggiungimento della data di scadenza, invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici oppure, ancora, non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell’imballaggio, senza che ciò abbia però comportato delle problematiche a livello di conservazione. Le eccedenze sono associabili anche a errori comportamentali del consumatore in ambito domestico.